Data la sua origine vulcanica, a Ischia sono presenti molti fenomeni secondari come fumarole ed emissioni sottomarine di gas. Uno di questi è studiato in tutto il mondo ed è presente nella zona del Castello Aragonese, a Ischia Ponte.
Parliamo dei vents di biossido di carbonio, gas che a contatto con l’acqua ne altera il pH aumentandone l’acidità. Visibili a occhio nudo si tratta di tantissime microbollicine che dal fondale risalgono in superfice.
La CO2 è anche uno dei gas responsabili del cosiddetto “Effetto Serra” e della conseguente acidificazione dei mari ed è per questo che al Castello Aragonese possono essere condotti studi in campo simulando le condizioni estreme che potranno essere raggiunte in futuro con l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre e nei mari.
Il fenomeno viene detto anche di “acidificazione degli oceani” e, questa acqua acida, attacca soprattutto le parti calcaree degli organismi, come ad esempio le conchiglie dei molluschi.
Proprio per questo motivo il fenomeno ischitano rappresenta una finestra sul futuro degli oceani ed è sotto continua osservazione di scienziati provenienti da tutto il mondo.
Studiando il fenomeno dei vents si può avere, infatti, percezione dei rischi che il cambiamento climatico può avere sull’ambiente.
La National Geographic Society (USA) ha finanziato una ricerca denominata “Finestre sul futuro” che vede a lavoro i ricercatori della Stazione Zoologica di Ischia che, da circa dieci anni, stanno studiando gli effetti dell’acidificazione.
Le condizioni dei fondali ischitani sono davvero uniche al mondo e offrono materia di studi approfonditi; il fenomeno dei vents è inoltre presente dinanzi alla spiaggia della Mandra, con bolle che salgono in superficie dai 6 ai 3 metri, all’interno della Grotta del Mago e da Chiane del Lume sino alla Secca della Madonnina.