“I pesci non chiudono gli occhi” è il titolo di un libro di Erri De Luca ambientato sull’isola d’Ischia. Lo scrittore ha un legame forte con l’isola verde, i suoi paesaggi ritornano spesso nei suoi libri e un altro libro in cui Ischia è protagonista è ad esempio
Ne “I pesci non chiudono gli occhi” edito da Feltrinelli nel 2010, si racconta la storia di un ragazzo, un adolescente e del suo passaggio dalla tenera età al mondo degli adulti.
Il primo amore, le prime responsabilità, tutto questo sullo sfondo di un’isola verde in piena estate. Il mare e l’atto della pesca appaiono fondamentali nello scorrere delle giornate del giovane, scoperte e atti di iniziazione che avvengono anche solo con un morso di una murena.
“Alla spiaggia dei pescatori i vecchi riparavano le reti, seduti a gambe larghe, le mani che facevano da sole. Gli occhi poco vedevano, nessuno portava gli occhiali. Quello che c’era da vedere, le mani lo avevano già imparato a memoria. Facevano a naso libero, guardando innanzi verso il mare, che era anche dentro di loro”.
É in quella calda estate ischitana che il protagonista conosce l’amore, un sentimento di cui aveva spesso letto nei libri, ma che mai aveva provato sulla sua pelle.
“I pesci non chiudono gli occhi” è un vero e proprio romanzo di formazione, dove s’intuisce che nel passaggio all’età adulta anche le “mazzate” aiutano a crescere.
Nelle descrizioni dell’isola che fa l’autore, ci si sofferma anche sul settembre ischitano, preannunciato dalla festa del Santo e dal cielo che sembra più azzurro del solito.
La processione delle barche di sera, i fuochi d’artificio sulla costa, i colori dell’alba, quelli del tramonto e le viti su, nelle campagne ischitane, ricche di grappoli pronti per essere raccolti.
“L’isola era mano aperta, a settembre le viti erano gonfie, chiedevano di essere raccolte. Il grappolo schiacciato in bocca un acino per volta, scalzo di pomeriggio sulla terra felice dei passi di un bambino: quello era il più giusto dei grazie, non raggiunto da nessuna preghiera”.
