In barca alla scoperta delle baie più belle

L’isola d’Ischia ha dei posti fantastici in cui si conserva l’aspetto primordiale, quello più autentico dove la natura è sola ed è tutta da ammirare. Tra questi luoghi troviamo le baie, insenature posizionate lungo la cosa e raggiungibili solo via mare. Vale la pena farsi dare un passaggio da un taxi boat o raggiungerle con la propria imbarcazione per un’escursione naturalistica con maschera e boccaglio. La prima tra queste è senza dubbio la Baia di San Pancrazio. Ci troviamo lungo la costa meridionale dell’isola; poco dopo la grotta del Mago, meno famosa della grotta Azzurra caprese, ma altrettanto bella, scorgiamo Punta San Pancrazio. Riconoscibilissima dalla sua spiaggetta di ciottoli e da piccoli anfratti scavati nella roccia all’interno dei quali, ci si può immergere per una seduta di snorkeling, alla scoperta di una qualche meraviglia della natura.
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Una di queste magiche baie è quella della Sgarrupata. Presente nel comune di Barano, questa volta è raggiungibile anche a piedi dalla frazione del Vatoliere oppure, se preferite, via mare dalla spiaggia dei Maronti. Chi sceglie di arrivarvi a piedi tramite un sentiero abbastanza scosceso potrà godere di un panorama che vi riappacificherà con il mondo passeggiando immersi nella natura tra fichi d’india e ginestre.
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A pochi metri dal mare sarà ancora una spiaggia di ciottoli ad accogliervi la stessa che accolse Truman Capote che di questa baia scriveva:
“Il sentiero corre su rocce vulcaniche che scendono a picco; ci sono tratti in cui è meglio chiudere gli occhi: sarebbe una caduta spaventosa, e gli scogli sottostanti sembrano dinosauri in letargo. Un giorno camminando fra le rocce, trovammo un papavero, poi un altro; crescevano isolati fra le pietre scure, come campanelli cinesi infilati su una cordicella tesa. Seguendo le tracce dei papaveri arrivammo ad una strana spiaggia nascosta. Era chiusa tra gli scogli e l’acqua era così chiara che si potevano scorgere le alghe marine e i movimenti guizzanti dei pesci; non lontano dalla riva, roccioni piatti e levigati sembravano zattere natanti e noi passammo dall’uno all’altro; sdraiandoci al sole, ci volgemmo a guardare gli scogli, e vedemmo anche i verdi filari di viti e la montagna incappucciata dalle nuvole. In una roccia il mare aveva scavato un sedile, ed era bellissimo mettersi là e lasciarsi investire dalle onde”. (Truman Capote, I cani abbaiano, Garzanti Elefanti, pagg. 78-79).
L’erosione del mare e del vento ha caratterizzato molto questa zona che si conferma essere una delle più paradisiache presenti sull’isola. La quiete del mare cristallino abitato da mille specie di pesci e il canto dei gabbiani unici padroni di quell’incredibile angolo naturale.
Spostandoci invece verso il versante sud – ovest dell’isola un’altra baia d’incanto è quella di Sorgeto.
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Per raggiungerla è possibile sia usufruire del passaggio di un taxi boat da Sant’Angelo sia percorrere un lungo sentiero fatto di scale tutto in discesa. Una volta lì, ne varrà assolutamente la pena. All’interno della baia vi sono infatti delle piccole piscine di acqua calda in pietra. Quasi 90 i gradi a cui sgorga l’acqua dal sottosuolo che però, le onde del mare, tendono a rinfrescare portando la temperatura a 37°. In molti usufruiscono di questo prodigio naturale anche in pieno inverno durante le giornate assolate oppure d’estate, ma al calar del sole, approfittando di uno dei ristoranti della baia per un aperitivo direttamente in vasca.
Un’altra stupenda baia è quella di San Montano, forse un po’ più famosa delle altre per la presenza al suo interno del parco termale del Negombo. Il fondale basso e la sabbia fine la rendono molto frequentata soprattutto da famiglie con bambini. Lungo la collina che sormonta la baia sono poi disposte le varie piscine del parco termale voluto dal conte Camerini e portato avanti da suo figlio, il duca Camerini. Un vero angolo di relax immerso nel verde.
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Proseguendo verso il comune di Lacco Ameno non potete non vistare la baia delle Monache o Varulo una baia incontaminata e raggiungibile solo via mare. Particolare il nome che riprende la presenza delle monache di mare, appunto, o scientificamente chiamate le aplysie. Questi piccoli molluschi riprendono il velo delle suore nella forma e nel colore e trovano in questa baia completamente immersa nella natura il loro habitat naturale.
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