La tradizione della festa di Sant’Anna è antica e ogni anno si rinnova. La festa è dedicata alla donne, alle partorienti, unite tutte sotto il nome di Sant’Anna a cui fu concesso in tarda età di avere una figlia, Maria, la madre di Gesù.
Sin dagli albori il 26 di luglio era una data colma di speranza e ancora oggi, seppur timidamente e più folkloristicamente, la storia si ripete. La religiosità della festa è racchiusa infatti nell’antica chiesetta arroccata sugli scogli dove ancora oggi si celebra la messa.
Le voci del popolo raccontano che quegli scogli di natura vulcanica, su cui affaccia la chiesetta, erano e forse lo sono ancora, capaci di rendere fertili le donne. Il miracolo avveniva per sfregamento, le partorienti si recavano di notte, da sole, accompagnate su gozzi, a sfregare gli scogli sperando nella nascita di un figlio sano e bello. In un primo momento erano le sole a sperare ma nel corso del tempo a questa preghiera prese parte tutto il paese.
Fu da allora che pescatori, marinai e contadini iniziarono ad addobbare i loro gozzi, con ghirlande di fiori, canne e foglie di palma, una lunga processione in onore della Santa per chiedere ancora una volta di compiere il miracolo.