Le Chiese del Castello Aragonese

Chiese Castello Aragonese a Ischia

Il Castello Aragonese costituiva una vera e propria cittadella; fu lì che si rifugiò tutta la popolazione del borgo di Celsa dopo la violenta eruzione dell’Arso del 1301.

Erano tante le Chiese che rendevano viva la vita di fede al Castello, della maggior parte oggi si conservano ruderi privi di arredi e di opere che sono distribuite tra la odierna Cattedrale e il museo Diocesano.

Lì, dove oggi c’è un ristorante, un tempo c’era la parrocchia di San Biagio mentre, ancora oggi, una piccola cappella illuminata compare nella prima galleria da percorrere a piedi per arrivare in cima al Castello. Un tempo dedicata a San Leonardo, dopo la canonizzazione del santo ischitano, quella cappella voluta da monsignor Falivenia nel ‘500 fu dedicata a San Giovan Giuseppe della Croce.

Chiesa di San Pietro a Pantaniello conserva parte della sua integrità con la pianta esagonale e le ampie finestre che le danno luce. La sua architettura lascia supporre che l’ideatore fu Jacopo Barozzi detto “il Vignola”. 

Venne edificata per volere di Dionisio Basso che si accollò le spese a patto che la chiesa fosse destinata al figlio Pompeo ordinato sacerdote. La chiesa viene detta anche di San Pietro a Castello utilizzando la vecchia nomenclatura  con cui veniva indicata la cappella di san Pietro situata sul largo Pantaniello, abbandonata con l’inizio dei lavori per la creazione del porto d’Ischia. Fu nel 1564 che venne aperta al culto.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie detta anche dell’Ortodontico. Non si conosce di preciso la data di costruzione. Nel ‘500 donna Costanza Carretta vi fece costruire una congrega destinata ai pescatori che per la sua posizione a picco sul mare le diedero il nome di Madonna della Punta.

Chiesa della Madonna della Libera risale al XII secolo ed era di proprietà della famiglia Calosirto, dalla quale discende Carlo Gaetano che diverrà poi San Giovan Giuseppe della Croce. Il culto della Madonna della Libera fu voluto dalla popolazione scampata dall’eruzione del monte Rotaro. Era, infatti, presente una tavola che oggi in originale è conservata nella odierna Cattedrale; al Castello c’è, invece, una riproduzione di Antonio Cutaneo dove la Madonna sembra spingere la lava con le mani.

Chiesa dell’immacolata detta anche della  Beata Assunta, fu costruita nel 1737 andando a sostituire una cappella precedentemente dedicata a San Francesco. Fu la badessa Battista Lanfreschi a volerla e, l’impegno economico, fu talmente gravoso che le religiose del convento si indebitarono e furono costrette a vendere tutta l’argenteria. La chiesa presenta una pianta a croce greca, la facciata è costituita da un portale in pietra lavica e l’interno riporta stucchi di gusto barocco. Dagli 8 finestroni posti tutt’intorno la cupola entra tantissima luce. Oggi la Chiesa, restaurata nel 1980, è luogo deputato a mostre, convegni e concerti.

Convento di Santa Maria della Consolazione oggi trasformato in albergo, fu fondato nel 1574 da Beatrice Quadra che rimasta vedova donò il suo palazzo alle religiose. Vi alloggiarono 40 monache tutte provenienti da famiglie nobili. Con una legislazione emanata da Gioacchino Murat nel 1809 il convento fu trasformato in padiglione militare da parte degli inglesi, i bombardamenti lo danneggiarono ma ormai le suore lo avevano abbandonato. Negli ambienti sottostanti è ancora oggi presente l’ossario delle suore. Una volta esalato l’ultimo respiro venivano poste su degli sgabelli in pietra, degli “scolatoi” dove il loro corpo abbandonava ogni aspetto terreno.

La cattedrale dell’Assunta venne realizzata dopo l’eruzione dell’Arso del 1301 su una cappella preesistente che assunse funzioni di cripta. Oggi, quasi completamente distrutta, presenta, negli elementi architettonici rimasti, diversi stili, dal romanico delle colonne, inserite in pilastri quadrati, agli stucchi barocchi risalenti al XVIII secolo.

Furono i bombardamenti dell’ammiraglio Neson a distruggerla ma è possibile pensarla con una struttura basilicale a tre navate coperte da volte a crociera e una zona absidale chiusa da una cupola a sesto ribassato. Ai lati della cattedrale vi erano numerose cappelle all’interno delle quali trovavano rifugio le salme delle famiglie nobili. Fino al ‘700 ne erano 7 appartenenti alle famiglie Taliercio, De Masellis, De Turris, Monti, Lanfreschi e Pappacoda.

Tra le tombe anche quella di Giovanni Cossa padrone di Ischia e Procida. Negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi programmi di recupero; nell’arco posto di fronte all’ingresso laterale vi è uno stipite in piperno a blocchi decorati con motivi geometrici e riquadri con fiori, motivi prettamente cinquecenteschi ripresi in modo provinciale, che dava su una delle case poste intorno.

Un portale del ‘500 decorava l’accesso a una delle cappelle laterali nella navata sinistra adornato da blocchi di piperno decorati da un motivo a dentelli e da voluta con foglia nella chiave dell’arco. La cripta gentilizia, dedicata inizialmente a San Pietro, risale invece al XII secolo ed è costituita da un ambiente centrale con volte a crociera e sette cappelle laterali con volta a botte decorate con figure di santi e stemmi nobiliari risalenti al XIV e XVIII secolo.

Il tutto è ormai molto corrotto ma all’interno della Cattedrale è possibile immaginare lo sfarzo che caratterizzò  il matrimonio tra Vittoria e Ferrante  e la quiete dal quale la Colonna trasse ispirazione per i suoi sonetti più belli.

INDIRIZZO
Chiese del Castello Aragonese
Via Pontile Aragonese
80077 Ischia (NA)

Note bibliografiche: Achille della Regione. Ischia Sacra. Ed. Clean

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